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Europa islamica o Turchia europea?

La Turchia attuale e' il prodotto di una serie di ribellioni, rivoluzioni e riforme tese a costruire un moderno Stato europeo. La storia la unisce al nostro continente, ma questo non rende certo pi facili i negoziati di oggi.

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La Cina

In seguito all'apertura commerciale e al processo di modernizzazione il Governo di Pechino ora si vede lottare contro ideali democratici provenienti dall'interno e dall'esterno del paese.

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Migrazione nelle prospettive economiche globali del 2006

altri post:

AAA Parigi cerca idraulico

I flussi migratori generano solo vantaggi

Energia Stiamo entrando nella seconda metà  dell'era del petrolio, che sarà  caratterizzata dal declino degli approvvigionamenti. Potrebbe essere la fine dell'economia come la conosciamo oggi ma fare previsioni è impossibile, perchè sarà  la prima volta che una risorsa cruciale esaurirà .

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Nanotechnology: l'innovazione del XXI secolo

     Caligs  venerdì, agosto 26, 2005 Permalink 8 comments


Il settimanale tedesco "Der Spiegel" ha pubblicato recentemente un articolo sull'impatto che le nanoparticelle avrebbero sul nostro cervello. Pare che, studiando queste particelle, gli scienziati ne abbiano scoperto un effetto rivoluzionario: permetterebbero infatti alle cellule del cervello di vivere fino a quattro volte più a lungo. La straordinaria scoperta è opera della biologa molecolare Beverly Rzigalinski e del fisico della materia Sudipta Seal della University of Central Florida (leggi qui, quie qui).

L’articolo spiega che i due scienziati si sono imbattuti per caso in questa scoperta constatando il singolare comportamento mostrato dalle cellule cerebrali e quali potrebbero esserne le conseguenze: "Sarebbe ipotizzabile non solo un allungamento della vita, ma anche un mantenimento della funzione cellulare", afferma Beverly Rzigalinski. L'articolo si conclude con la notizia che il governo americano avrebbe stanziato 1,4 milioni di dollari per permettere ai ricercatori di comprendere le cause dell'effetto longevità indotto dalle nanoparticelle.

Questo modo di presentare i fatti è sintomatico del generale approccio dei media verso tutto ciò che arriva dal mondo delle nanotecnologie. Sorge quindi spontanea la domanda se il reportage dello Spiegel rispecchi fedelmente la realtà. Il nostro corpo sarà presto invaso da nanomacchine in grado di liberarci dall'infarto e dai tumori, dalle carie e dall'Alzheimer? "Al momento attuale nutrire speranze esagerate sarebbe illusorio. In realtà, è possibile formulare solo previsioni limitate di ciò che la nanoscienza potrà portare nel nostro futuro.

Oggi, grazie alla nanoscienza, le palle da tennis rimbalzano meglio, le creme solari sono più facili da spalmare e i pantaloni sono repellenti alle macchie. I primi successi, per quanto banali, potrebbero aprire la strada a sviluppi più significativi, per esempio computer basati su principi fisici fondamentalmente nuovi, in grado di simulare sistemi complessi come il cervello umano. Quando sarà possibile costruire oggetti a partire dall'atomo, gli scienziati dovrebbero essere meglio in grado di imitare efficienti meccanismi già presenti in natura.

Queste conquiste scientifiche possono sembrare irraggiungibili, ma gli esperti ritengono che il passo dalle dimostrazioni in laboratorio e simulazioni su computer alla realtà sarà compiuto entro i prossimi 10-30 anni. Il rapido sviluppo è possibile grazie alle enormi somme investite nelle fasi iniziali della ricerca e dello sviluppo dai governi di tutto il mondo che stanno compiendo notevoli sforzi finanziari perché consapevoli del ragguardevole potenziale di guadagno. La U.S. National Science Foundation ha previsto che il mercato della nanotecnologia o i prodotti basati su di essa raggiungeranno 1000 miliardi di dollari nell'arco di 10-15 anni. Stima inoltre che saranno necessari 7 milioni di posti di lavoro per sostenere i settori basati sulla nanotecnologia nel mondo.

L’innovazione, con la sua promessa di rendere i sistemi più piccoli, più veloci, più forti, migliori e più economici da produrre, potrebbe presto diventare il pilastro portante di ogni settore manifatturiero. La maggior parte delle industrie che dipendono notevolmente dai materiali hanno già riconosciuto l'importanza della nanotecnologia per la loro attività. Tra queste si annovera la microelettronica. Il settore, che lavora da 50 anni per diminuire le dimensioni degli oggetti salvaguardando e migliorando la loro funzionalità, crede che il progresso della nanotecnologia sia indispensabile per continuare a crescere.

Considerazioni e strategie d'investimento

Investire nella nanotecnologia non è semplice, in quanto il panorama d'investimento non si è ancora stabilito. Sebbene il numero di società che sviluppano nanoprodotti continui ad aumentare, la maggior parte di esse è a uno stadio embrionale, in mano a privati e finanziata con fondi governativi per la ricerca o capitali di rischio. Vi sono alcune società pubbliche in questo settore, ma quelle da cui si attendono i maggiori guadagni da prodotti nanotech sono a bassa capitalizzazione. È quindi difficile creare fondi d'investimento specializzati senza includere anche società affermate di grandi dimensioni, che però operano solo in misura ridotta in questo campo. Per il momento, il numero e le dimensioni degli strumenti d'investimento basati su questo settore che si prestano a una diversificazione dei rischi, quali i fondi nanotech, sono limitati. Oltretutto la nanotecnologia è una tecnologia interdisciplinare che può essere impiegata in innumerevoli ambiti, a differenza dei comparti d'investimento tradizionali, come quello farmaceutico, in cui gli investitori possono operare in una parte ben definita del mercato azionario. Le principali società fornitrici di strumenti nanotecnologici sono: FEI company,  JEOL LTD,  SYMYX, VARIAN, VEECO. A mio parere meritano più che uno sguardo!



 

La sfida cinese? Rallentare e riformare

     Caligs  mercoledì, agosto 24, 2005 Permalink 0 comments

I rischi in termini di surriscaldamento dell’economia legati alla forte crescita del Pil registrata nel 2003 e 2004 (rispettivamente +9.3% e +9.5%) hanno spinto il Governo ad applicare una serie di misure e piani sia di carattere amministrativo che di mercato allo scopo di moderare la crescita. La sfida del Governo cinese in un’ottica di medio periodo è quella di rallentare la crescita economica del Paese senza tuttavia provocare un tracollo dell’economia. La strategia del cosiddetto soft landing.

Durante lo scorso anno gli investimenti in attività fisse hanno registrato una crescita significativa (nel periodo gennaio-febbraio superiore al 50%), soprattutto nel settore delle costruzioni, sia a scopo produttivo che urbano. Questo ha provocato, da una parte un crescita sproporzionata di alcuni settori come ad esempio quello del cemento, dell’acciaio e dei prodotti energetici, e dall’altra ha creato le condizioni future di un eccesso di capacità produttiva. Gli investimenti, di fatti, oltre che aumentare e migliorare la capacità produttiva potrebbero portare in futuro ad un eccesso di produzione, soprattutto in vista di un possibile rallentamento della crescita dell’economia sia nazionale che mondiale. Tale rischio è tanto concreto quanto più il governo riuscirà nel proprio intento di rallentare l’economia per renderne lo sviluppo sostenibile nel tempo.

La forte crescita degli investimenti è attribuibile principalmente all’ampia disponibilità delle banche cinesi a concedere prestiti. La necessità di limitare la concessione di credito e di regolamentare il settore bancario ha spinto la Banca Centrale cinese ad introdurre una serie di misure restrittive di carattere amministrativo, come, ad esempio, l’innalzamento del coefficiente di riserva obbligatorio (ovvero la percentuale di depositi che le banche commerciali devono detenere in forma liquida presso l’istituto monetario centrale). Alcune di queste misure hanno inciso, in maniera restrittiva, sui criteri di selezione che le banche commerciali adottano nella scelta degli investimenti da finanziare. In questo caso l’obiettivo non è stato solo quello di ridurre la liquidità presente nel sistema ma anche di cercare di trovare una soluzione al problema dei cosiddetti non performing loans (crediti insoluti) che gravano sul sistema bancario cinese e che ne potrebbero compromettere la stabilità.

Proprio da questi presupposti nasce l’eccellente lavoro di Franklin Allen, Jun Qian e Meijun Qian. Gli autori di
questo Pdf spiegano e cercano di far luce sull’avvenire del sistema finanziario cinese come conseguenza delle attuali circostanze. Il documento, assolutamente imperdibile, dopo un ampia descrizione propone quattro vasti punti risolutivi. Ecco le loro conclusioni:
"...the current financial system is dominated by a large but inefficient banking sector, and reducing the amount of non-performing loans among the major banks to normal levels is the most important objective for reforming the financial system in the short run."

"... despite the fast growth of the stock market, its role of resource allocation in the economy has been both limited and ineffective. Further development of China’s financial markets is the most important long-term objective."

"...the most successful part of the financial system, in terms of supporting the growth of the overall economy, is a non-standard sector that consists of alternative financing channels, governance mechanisms, coalitions, and institutions."

"... in order to sustain stable economic growth, China should aim to prevent and halt damaging financial crises, including a banking sector crisis, a real estate or stock market crash, and a “twin crisis” in the currency market and banking sector."

I tre studiosi, inoltre, attraverso lo scritto manifestano parecchie idee su un eventuale riforma del mercato azionario:

"...the regulatory environment should be improved; in particular, corporate andtrading laws and legal protection of investors, as well as institutions governing the enforcement of contracts should be further developed. Second, the large blocks of shares held by various government entities in listed companies (including state-owned banks) should be reduced by announcing and carrying out a plan to sell them off slowly over time. Third, more professionals such as accountants, investment bankers, and (business) lawyers, should be trained. Fourth,domestic financial intermediaries that act as institutional investors should be encouraged, as they will play a critical role in improving the efficiency of the markets and strengthening the corporate governance of listed firms. Finally, new financial products and markets should be developed."

 

Settembre? Per la borsa sarà crudele

     Caligs  sabato, agosto 20, 2005 Permalink 0 comments

The Wall Street Journal attraverso uno studio basato su serie storiche, prevede per il mese di Settembre la presenza di un orso nei mercati azionari. Sottolineando:

Ah, autumn: The evenings turn cooler, the children head back to school -- and the stock market blows up.

The stock market doesn't always hit trouble in the fall, of course. But September long has been far and away the worst month for stocks.

And there is plenty to worry about this September: Oil is approaching $70 a barrel, the Federal Reserve is hard at work raising short-term interest rates, and September marks the quarter's end, when companies facing high analyst expectations may have to warn of profit disappointments.

Since 1900, September is the only month in which the Dow Jones Industrial Average has fallen more often than it has risen. The Dow industrials have fallen 1.2% in September, on average, making it the only month with an average decline of any significance. The industrials fell in each of the past six Septembers, and in 18 of the 25 from 1980 through 2004. More bull markets have ended in September than in any other month, according to Ned Davis Research of Venice, Fla.

For October, the average gain is barely above zero. And when really bad things happen, they somehow do it in October. That is when stocks crashed in 1929 and 1987. Of the Dow industrials' 15 worst one-day percentage declines, seven came during October."(emphasis mine
)

 

Analisi del mercato energetico

     Caligs  Permalink 0 comments

Secondo l’analisi di Gary Gentile i prezzi del gas hanno raggiunto in questa ultima settimana un nuovo record, in media pari a $2,50 per gallone nel territorio americano. Il dato sembrerebbe preoccupante ma considerando i tassi inflativi di questi ultimi anni, non ha ancora raggiunto il livello di 3$ sfiorato negli anni 80.

Il grafico pubblicato dal New York Times è esatto e ben strutturato ma anche fuorviante. Di fatti esso non prende in considerazione un parametro essenziale per una corretta valutazione, un elemento sul quale gli Stati Uniti hanno lavorato molto durate questi ultimi 25 anni: la dipendenza dal petrolio. La seguente tabella mostra il consumo del petrolio e le relative importazioni rapportate al Pil.

Attraverso la combinazione di questi dati si può notare che anche se il prezzo del gas raggiungesse i 3$ per gallone, il consumo totale del greggio negli States sarà soltanto circa del 4% del Pil a differenza del 6% registrato nel 1981 ( nell’ipotesi di prezzi del petrolio stabili).

In questo ultimo piano cartesiano si possono evidenziare le crisi petrolifere del ’73 e del ’79 che hanno preceduto le recessioni economiche degli anni successivi. Alcuni economisti sostengono che anche i piccoli aumenti nel ’90 e nel ’00 hanno svolto un grande ruolo nell’andamento economico degli anni successivi.
John Muellbauer e Luca Nunziata hanno addirittura intuito il pericolo di una recessione nel 2001 basando la loro tesi sull’andamento del prezzo del petrolio.

E’ molto difficile, anzi come sempre impossibile, predire il futuro ma basandosi sull’andamento del mercato immobiliare e su quello energetico probabilmente, come già sostengono in molti, si arriverà ad un rallentamento globale e con ipotesi più pessimiste ad una recessione.
Di una cosa però sono certo: già da ora ogni volta che riempio il mio serbatoio avverto una crisi!!

 

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