La Cina e il suo ironico libero mercato
Caligs
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giovedì, marzo 17, 2005
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Con il conseguimento e il consolidamento del doppio deficit registrato nei conti americani, i dati deludenti del PIL visionati da gran parte d'Europa e con la presentazione da parte del nostro governo di un piano-sviluppo incentrato soprattutto a difesa del made in Italy; si innalzano sull'economia occidentale ombre cinesi. Il "colpevole" e' stanato e ora aspetta solamente una nostra mossa per reagire. Il problema sta nell'individuare la strategia giusta che scaturisca nella nostra economia benefici o il minor danno, senza preoccuparci delle conseguenze che potrebbe subire quella della Repubblica Popolare!!! Le posizioni sul come agire per la maggior parte sono due e la domanda che puo' contrapporre questo bipolarismo e': "I dazi possono essere un valido strumento per limitare le importazioni dalla Cina?"
La risposta non e' semplice se si analizza la Cina di oggi ma gli schieramenti sembrano netti e decisi a confermare le posizioni delle diverse teorie descritte sul mio libro di politica economica: da una parte abbiamo i principi dei Nuovi Keynesiani sostenitori della discrezionalita' degli interventi (pro dazi) e dall'altra quella Monetarista fautrice del liberalismo.
La situazione si manifesta molto diversa da quella descritta da un libro, che basa e spiega entrambi le teorie sui dazi supponendo una collaborazione commerciale con partners leali; per fare luce sul contesto riporto il commento di un Fan Gang economista cinese che descrive il suo punto di vista:
"E' una situazione un po' paradossale: il Governo comunista cinese difende il libero mercato mentre l'Occidente e' tentato al protezionismo."
La frase e' provocatoria e si presenta come un affronto verso la nostra dignita'. Un governo che sfrutta economicamente la propria societa' priva di diritti, che non vara norme sul lavoro giovanile, che incentiva la contraffazione, che appone sui propri prodotti destinati alle esportazioni il marchi CE (china export), che non regolarizza il sistema industriale (es. igiene e ambiente), non puo' essere considerata nella condizione economica di libero mercato. Anche qui come in politica va proposto il paradigma Democrazia - Liberta', per questo bisogna fare distinzione fra amici e nemici della globalizzazione intervenendo duramente a discapito di quest'ultimi.
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