LaTurchia attuale e' il prodotto di una serie di ribellioni, rivoluzioni e
riforme tese a costruire un moderno Stato europeo. La storia la unisce al nostro
continente, ma questo non rende certo pi facili i negoziati di oggi.
In seguito all'apertura commerciale e al
processo di modernizzazione il Governo di Pechino ora si vede lottare contro
ideali democratici provenienti dall'interno e dall'esterno del paese.
Energia
Stiamo entrando nella seconda metà
dell'era del petrolio, che sarà caratterizzata dal declino degli
approvvigionamenti. Potrebbe essere la fine dell'economia come la conosciamo
oggi ma fare previsioni è impossibile, perchè sarà la prima volta che
una risorsa cruciale esaurirà .
Henry Blodget, analista della Merrill Lynch, famoso negli anni 1999-2000 per la sua euforia verso la New Economy sembra oggi essere diventato uno dei critici più severi nell’analisi del settore tecnologico che un tempo contribuiva lui stesso a gonfiare in Borsa. Tramite il suo sito www.internetoutsider.com ha creato una campagna di avvertimento destinata a tutti quegli investitori propensi ad acquistare azioni di società come Google. Un titolo che al Nasdaq vale più di 120 dollari, pari a 40 volte i suoi ricavi 2005. Nella lista dei sopravalutati c’è anche Apple ma grazie all’annuncio della nuova partnership con Intel resta momentaneamente il meno rischioso tra i titoli tecnologici.
Non si tratta di un calo di produzione o di un ridimensionamento delle fonti di gas combustibile russo. La crisi del Gas che questi giorni metterà in crisi il settore industriale e la società italiana è il frutto di una tensione politica tra Russia e Ucraina che ha avuto inizio tre anni fa per una bolletta non onerata dal governo ucraino. Come in passato è accaduto con il greggio, il problema del gas evidenzia la vulnerabilità del nostro paese e ripropone il dibattito sulla precarietà delle fonti (la Russia ne è un esempio) la scarsa politica di diversificazione delle risorse e la dipendenza energetica. Ancora una volta, come ha fatto spesso questo blog, c’è chi rimpiange e ripropone la strada dell’energia nucleare.
Negli ultimi giorni, più di un pensiero sarà andato al referendum del novembre 1987 che sancì l’abbandono del nucleare da parte dell’Italia. Al di là dei giudizi etici e politici che accompagnarono la campagna referendaria, non c’è dubbio che le risorse energetiche assicurate dal nucleare ora farebbero comodo al Belpaese. Di un’emergenza energetica si parla da tempo, ma ora alla corsa del prezzo del petrolio si è aggiunta anche la carenza di gas. ......
……. Stando ai dati forniti dall’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, solo nei primi tre giorni, la riduzione delle forniture è passata dal 5,4% al 12%. Il ministro per le Attività produttive, Claudio Scajola, ha negato qualunque allarmismo ma non ha potuto esimersi dall’adottare dei provvedimenti straordinari. Oggi, infatti, la fornitura di gas alle aziende con contratti interrompibili verrà ridotta di 5 milioni di metri cubi e presto un decreto metterà sul piatto incentivi per quelle società che decideranno di aderire al risparmio dei consumi.
Enel ed Edison si sono inoltre dette disponibili a bruciare olio combustibile al posto del metano, ma anche questa misura ha un prezzo. In termini monetari, visto che le aziende dovranno essere ricompensate per l’aumento dei costi imposti dalla conversione. Ma anche in termini ambientali, visto che la maggior parte delle risorse di olio combustibile non sono prive di componenti di zolfo, elemento altamente inquinante. Si potrebbe perfino ricorrere a quelle riserve che, per l’alto tenore di zolfo, erano state messe al bando tre anni fa.
Tornando invece ai costi che, da qui a marzo, dovranno essere affrontati per rispondere all’emergenza, una prima stima parla di circa 600 milioni di euro e il timore è che a farne le spese siano i consumatori, attraverso un nuovo rincaro delle bollette. La speranza, invece, è che, imparando da questa emergenza, il problema del fabbisogno energetico italiano, e in particolare dell’eccessiva dipendenza dalle riserve straniere, sia finalmente affrontato con un progetto di ampio respiro. ALAN FRIEDMAN per miaeconomia
Scrivo questo post dando per scontato un corretto comportamento della Russia che in termini economici può oggi usufruire di un vantaggio assoluto nella produzione e distribuzione di gas verso molti paesi europei. Spero che le tensioni diplomatiche che coinvolgono i territori della ex Unione Sovietica non siano un pretesto per speculare sul prezzo della materia prima che sicuramente vedremo crescere in settimana. Di Opec ce n’è solo una.
La tragedia di uno sciopero non annunciato. "La nuova Alitalia che potrebbe rinascere da un fallimento, non rappresenta un dramma. Semmai, è l'incertezza che crea un dramma" sostiene il ministro del Welfare, Roberto Maroni, intervistato da La Repubblica”. Sono belle parole ma l’intento non sembrerebbe quello di chiudere i battenti e le parole del moderatore Berlusconi ce lo confermano: "Non credo sia così facile prendere una decisione di questo genere, c'è l'orgoglio della compagnia di bandiera". Ma sotto quell’orgoglio nazionale si cela un avvertimento diretto all’amministratore delegato Cimoli che ha dimostrato ancora una volta di non aver apportato nell’azienda una cultura aziendale tale da coinvolgere i propri dipendenti; principale leva per uscire dalla crisi (considerando che lo Stato sgancia i soldi).
Per definizione uno dei principali ruoli del presidente di una banca centrale è quello di captare prima di tutti eventuali pericoli, non per intervenire tempestivamente, si sa gli economisti sono in gran parte degli osservatori, ma per poter giustificare in modo esaustivo l’origine e l’evoluzione del problema successivamente al suo verificarsi. In un era dove l’informazione ha cambiato le regole di trasparenza delle Banche Centrali ed è ancora l’antagonista del “Governatore Pragmatico”, il presidente della Bank of England, Mervyn King, parla dei rischi legati ad un aumento di tassi d’interesse e delle possibili conseguenze di lungo periodo. Vale la pena seguirlo.
Per la prima volta dopo l’attacco terroristico di New York alle Torri Gemelle si è assistito ad una inversione della curva dei tassi di interesse in America ossia i buoni del Tesoro a breve termine hanno registrato rendimenti superiori a quelli di lunga. Questo ha subito suscitato a Wall Street clima di timore di una frenata dell'economia americana e gli investitori hanno incitato ad una ritirata. I nervi del mercato nonostante ci sia stato un interessante aumento dell'8.7% dei consumi natalizi sono stati messi a dura prova dall'inversione nella curva dei rendimenti obbligazionari che, in passato, ha spesso preceduto delle battute d'arresto nella crescita e addirittura di recessioni. Certo è ancora troppo presto per parlare di una vera e propria inversione, ma di sicuro quello che è successo in questi giorni rappresenta un primo campanello d’allarme in riferimento al rischio che tale scenario possa verificarsi in maniera più sensibile nei prossimi mesi. Nell’economia classica un calo dei rendimenti a lunga sotto quelli a breve,infatti, può anticipare discese nei tassi di interesse in risposta ad una futura fragilità nell'espansione. Questo a ragion di logica si rifletterebbe in maniera negativa anche sui mercati azionari che hanno sempre scontato in maniera negativa il verificarsi di un simile evento aprendo la strada a lunghi e spesso pesanti ribassi. Oggi la situazione sembrerebbe in qualche modo diversa e in merito alla questione si è aperto un vero e proprio dibattito sul reale significato da attribuire al superamento dei rendimenti dei tassi a breve scadenza, rispetto a quelli a lunga. Le prime parole tranquillizzanti le aveva spese ancora lo scorso novembre lo stesso presidente della Federal Riserve, Alan Greenspan, il quale aveva invitato a non sopravvalutare il significato di un eventuale inversione nei rendimenti sostenendo che l’inversione della curva ha perso il suo carattere anticipatore di una variazione del ciclo economico, data la nuova e diversa complessità dei mercati. Sono rimasti ormai in pochi a credere che questa disparità di rendimenti tra i tassi a breve e a lunga possa rappresentare davvero un pericolo per i mercati azionari e per l’economia in generale, dal momento che la maggior parte degli analisti ritiene che l’appiattimento della curva sia da ricondurre solo una dimostrazione degli acquisti di titoli di Stato a stelle e strisce da parte delle diverse Banche centrali. Da questa interpretazione scaturirebbe anche la presenza di un’ampia liquidità presente sui mercati che, stando a quanto verificatosi negli ultimi mesi, dovrebbe ulteriormente favorire la crescita dei listini azionari, destinatari di buona parte di questi capitali. Certamente tutto questo può non essere sufficiente a dissipare gli interrogativi e i dubbi sullo stato di salute dell'espansione. Temi come inflazione, costi energetici, evoluzione del mercato immobiliare e i cambiamenti ai vertici della Federal Reserve continuano a preoccupare e non poco gli investitori.
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and the media use and control information to combat - or conceal - corruption.
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OCSE Organisation for the Economic Cooperation
and Development
OECD Organization for Economic Cooperation and
Development
OPEC Organizzazione dei Paesi esportatori di
petrolio
World Trade
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