Bush: "Rafforzare e salvare la Social Security"
Caligs ║ giovedì, febbraio 03, 2005 ║ Permalink ║ 0 comments
Nel discorso di circa un’ora, interrotto da 61 applausi – più di uno al minuto - e da una contestazione, quando il presidente “bara” sui dati delle pensioni, sostenendo che l’attuale sistema andrà in bancarotta nel 2042, mentre dovrebbe tenere fino al 2052, il momento di commozione più intensa lo offre l’abbraccio tra la mamma americana di un marine caduto a Falluja in novembre e una donna irachena che ha ancora il dito intriso della vernice viola che testimonia il voto di domenica.
Se in politica estera Bush ha capitalizzato il successo ottenuto con le elezioni irachene, che, dopo quelle afgane, ucraine, palestinesi, fanno avanzare la sua equazione democrazia = libertà, in politica interna il presidente ha proposto ai parlamentari la missione della riforma delle pensioni.
La panoramica sull'oggetto ha un unico sentiero la costruzione di uno stabile sistema pensionistico privato. La soluzione, discussa anche in altri consigli di gabinetto, si vede sorretta dai risultati ottenuti dai Fondi di Pensione nel 2004, dove si evidenzia la performance dei fondi aperti che battendo il rendimento del TFR, pari a circa il 2%, allontanano lo scetticismo visto anni addietro e ci fa percepire la forza di un binomio Pensione - Mercato.
La strategia politica adottata da J. W. Bush in questo secondo mandato è da manuale, dopo aver conquistato gli americani ora si appresta a realizzare un piano amministrativo lungimirante attuando così la vera essenza della scienza economica e politica. Stando a questi fatti non sussiste una possibile comparazione tra modello amministrativo americano ed Europeo visto che quest'ultimo è ancora ancorato alla teoria del ciclo politico-economico di Nordhaus che sottolinea come i partiti politici in carica possano essere caratterizzati per il loro status ed esprimono preferenze e interessi conseguenti - di fatto la permanenza al governo - attuando politiche di breve periodo che migliorino l'economia nell'arco della propria nomina al potere.
Il Presidente degli States si vede determinato a lasciare un profondo segno nella storia americana.