Barriere commerciali. Agricoltura sottoaccusa
Caligs ║ martedì, luglio 26, 2005 ║ Permalink ║ 2 comments
I due economisti della Banca Mondiale specializzati nel commercio internazionale, Kym Anderson e Will Martin, sono gli autori di una interessante nota che ha come oggetto l’accessibilità del mercato agricolo per i paesi in via di sviluppo. Precisamente lo studio ha il fine di analizzare la distribuzione dei redditi, l’efficacia dei sussidi all’esportazione e l’influenza del programma di Doha per lo sviluppo sul Pil dei paesi poveri.
La tabella estrapolata dalla ricerca, ci dimostra come le potenzialità delle economie dei paesi sotto-sviluppati siano soffocate per il 93% dalle politiche protezionistiche di paesi come Europa e Stati Uniti, che non permetterebbero ai prodotti agricoli provenienti da paesi disagiati l’accesso ad un libero mercato. Mentre i discussi sussidi all’esportazione rappresentano solamente il 2% dei problemi dei paesi poveri.
Successivamente agli attacchi terroristici di Londra, c’è quindi bisogno di rinnovare le argomentazioni del G-8 di Gleneagles e di riaccendere il dibattito europeo in materia agricola. Il G-8, che ha fatto dell’eliminazione dei sussidi uno dei sui punti cardine della mancata crescita di alcune regioni africane, si vede così discreditare il proprio lavoro, da considerarsi insufficiente. Ne risulta vincitore ancora una volta Tony Blair che oltre ad aver suscitato dubbi sulle sovvenzioni e pianificato l’eliminazione del debito pubblico di alcuni stati del continente, sembrerebbe l’unico in Europa deciso a riformare le politiche agricole dell’Unione.
Il male Africano non sembrerebbe essere caratterizzato dall’estrema assenza di risorse, come invece sostiene Jeffrey Sachs, direttore dell'Earth Institute presso la Columbia University e Consigliere speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Secondo il professore, come ha scritto sull’ultimo numero di Astenia, il motore africano può essere acceso solo con una compatta ed intesa politica di aiuti monetari esterni.
Ora più che mai sembra evidente che il continente nero, come quello sud-americano, non necessita di aiuti sotto forma di denaro, ma di assistenza e appoggio contro la corruzione (leggi qui e qui) e dell’abbattimento delle barriere protezionistiche innalzate dall’occidente; ostacolo sia per il libero commercio sia per le nostre volontà globalizzatrici.
2 Comments:
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