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La Turchia attuale e' il prodotto di una serie di ribellioni, rivoluzioni e riforme tese a costruire un moderno Stato europeo. La storia la unisce al nostro continente, ma questo non rende certo pi facili i negoziati di oggi.

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In seguito all'apertura commerciale e al processo di modernizzazione il Governo di Pechino ora si vede lottare contro ideali democratici provenienti dall'interno e dall'esterno del paese.

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Sviluppo. Le priorità africane

     Caligs  giovedì, luglio 07, 2005 Permalink 1 comments

La cancellazione del deficit pubblico dei Paesi più poveri e indebitati da parte dei Paesi creditori più ricchi è da molti dipinta come la condizione necessaria per avviare lo sviluppo. Questa preposizione, che vede l’estinzione del debito accompagnata dagli aiuti economici, deriva da una visione errata dello sviluppo sia dal punto di vista storico che da quello teorico. La tesi si discosta dall’esperienza di sviluppo degli ultimi 50 anni. In tutti i paesi allora poveri il motore dello sviluppo si è acceso con l’accumulo delle proprie risorse e non con l’utilizzo di quelle provenienti dall’esterno. Il passato definisce essenziale la presenza di flussi di denaro verso questi paesi ma a monte richiede l’esistenza di un modello sociale che sia in grado di fruttarli efficientemente. L’ostacolo africano non è rappresentato dalla carenza di possibilità, oggi di soldi nel continente nero ne girano tanti, ma la presenza di un notevole livello di corruzione e un’elevata disparita sociale rendono il mancato utilizzo di risorse un fallimento della economia politica degli aiuti.

La corruzione non è un crimine senza vittime. Il suo relativo effetto è profondo e immortale se si considera la particolare situazione africana, in cui si calcola ogni anno la perdita di 148 miliardi di dollari che se rapportata alle rispettive monete locali, forma una cifra mastodontica. Questo dato è equivalente alla metà del debito estero dell'Africa, che, secondo il Fondo Monetario Internazionale, ha raggiunto i 284 miliardo di dollari nel 2005.

Il mancato utilizzo di risorse se non si interverrà tempestivamente diverrà sempre più inevitabile e i risultati futuri si tradurranno, come oggi, in tassi di crescita quasi nulli. I difetti di questo sistema che sono la causa ostacolante del raggiungimento di obiettivi economici credo abbiano la precedenza. Fare di una priorità l’estinzione del debito in questo contesto risulterebbe come gettare benzina sul fuoco. Sarà quindi necessario un largo periodo di riforme e di una trasparente cooperazione tra paesi ricchi e poveri per dar vita a risultati reali. In questo G8 sembrerebbe necessario esaltare in primis i punti, proposti dalle autorità che compongono lo stesso vertice, correlati con il tema della corruzione:

Recipient country responsibilities

1. Build and strengthen institutions of justice and oversight.
Strong institutions are the cornerstone of good governance. These include a strong, independent judiciary with the capacity to conduct commercial cases, an independent anti-corruption agency that can liaise with its international counterparts, a supreme audit institution (SAI) capable of carrying out investigative audits and a parliamentary accounts committee. Politicians must know that they are accountable to the people that they serve.

2. Enable and encourage civil society participation.
Enabling civil society to keep an eye on government and to engage in substantive policy dialogue is a vital check on government power.

3. Allow freedom of information.

When media outlets are free and independent, they are able to conduct journalistic investigations and voice critical opinions against the government. This principle applies to politicians as well; by declaring their personal assets and interests, conflicts of interest can be dealt with preemptively.4. Publish details of aid received and how it is spent.

4. Publish details of aid received and how it is spent.
By publishing the details of aid received and accounting for how it is spent, governments enable civil society and investigative entities to follow the money trail. Publicly available information on government budgets supports a healthy media sector and informs civil society activities. Clean bidding must be built in to all aid activities.

5. Ratify international and regional anti-corruption conventions.
The UN Convention against Corruption is a powerful tool for introducing anti-corruption measures, from whistleblower protection to mutual legal assistance.

6. Enforce clean bidding for public projects.
Where large public projects are bid for, there is always the danger of bribes being used to gain competitive advantage. Procurement standards with real sanctions for infractions ensure fair usage of funds.

Donor country responsibilities

1. One standard for everyone.
No G-8 country has yet ratified the United Nations Convention against Corruption, which was signed in December 2003. Ratification would send an unmistakable message that the G-8 lives by the rules it expects recipient countries to follow.

2. Stem the supply side.
Foreign companies are often the source of big-ticket bribe money in the developing world. G-8 countries have already ratified the OECD convention that criminalises this behaviour. Wealthy governments need to publicise and enforce their laws, to ensure that companies no longer view bribery as an acceptable way to win foreign contracts.

3. Tackling corruption hotspots.
The G-8 should develop provision for anonymous reporting of bribe requests, which could help identify hotspots where action to address corruption is urgently needed.

4. Publish details of aid given.
When the details of aid delivery are made public, civil society and independent investigators can follow the money trail to ensure fair usage. Aid packages should include funding for measures to fight corruption and build the capacity of local institutions.

5. Untie aid and follow rigorous procurement standards.
The conditions under which aid is given should encourage free and fair bidding. The aid process should include procurement standards that ensure transparent, quality-based bidding on public projects, not tied to vendors from a specific country.

6. Effective follow-up to Gleneagles.

The G-8 should report publicly on progress in implementing their anti-corruption commitments, on International Anti-Corruption Day, 9 December 2005.

1 Comments:

  At 1:55 AM, Anonymous Anonimo said...

Bush is forever saying that democracies do not invade other countries and start wars. Well, he did just that. He invaded Iraq, started a war, and killed people. What do you think? Why has bush turned our country from a country of hope and prosperity to a country of belligerence and fear.
Are we safer today than we were before?
We have lost friends and influenced no one. No wonder most of the world thinks we suck. Thanks to what george bush has done to our country during the past three years, we do!

 

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