Fed funds verso la neutralità
Caligs ║ giovedì, novembre 17, 2005 ║ Permalink ║ 1 comments
La riunione del Fomc di inizio mese non ha apportato solo un nuovo rialzo dei fed funds (ora al 4%) ma è stata determinante per disegnare le prospettive della politica monetaria americana.Le parole di Greenspan confermano la necessità di mantenere sotto controllo le aspettative e le pressioni inflazionistiche, in uno scenario congiunturale tutto sommato favorevole di crescita. Il presidente ribadisce la solidità della crescita diffidando però della curva dei rendimenti come unità di misura per attestarla. “L’inflazione, sottolinea per la prima volta, beneficia dell’effetto globalizzazione che ha contribuito a mantenere la stabilità anche in presenza di shock e di una crescita mondiale sostenuta. Le forze globali possono persistere per qualche tempo ma il suo trend futuro dovrà essere controllato attentamente.”
La lettura del comunicato del 1° novembre segnala un testo particolarmente misurato, con il minimo riferimento possibile alla valutazione dello scenario economico. L’impressione che si ricava da questa novità è che l’avvicinarsi del livello neutrale dei tassi suggerisca un clima di cautela nell’esposizione di un quadro di medio termine. La precarietà delle variabili economiche e l’effetto di una politica all’insegna della trasparenza può portare una inadeguata serie di dati in uscita che potrebbero indurre gli operatori ad una errata interpretazione del comportamento della politica monetaria. Come ha detto un mese fa William Poole, presidente della Fed of St. Louis, la politica monetaria si trova ora di fronte a un rischio asimmetrico. Le aspettative non si invertono velocemente:
“investire aspettative di inflazione può essere questione di un paio d’anni. (…) D’altra parte, se dovessimo finire con un aumento eccessivo dell’obiettivo sui fed funds verso l’alto, la Fed potrebbe ridare vigore alla crescita in modo rapido con un’inversione di politica monetaria.”
Sulla Fed pesa chiaramente l’esperienza dei decenni passati, in cui il radicarsi di aspettative inflazionistiche furono seguite da drastiche correzioni dell’attività economica rese necessarie da periodi di restrizione monetaria.
Dai dati economici degli ultimi mesi e dai discorsi di Greenspan si trapela “il rischio che i tassi non possano fermarsi nella parte centrale dell’intervallo di stima della neutralità”. Secondo la Fed of San Francisco, Estimating the “Neutral” Real Interest Rate in Real Time, le stime del tasso neutrale reale variano all’interno di un intervallo compreso fra il 2 e il 4%. Prendendo in considerazione questi ultimi numeri e rapportandoli al tasso nominale sui fed fund e ad un'inflazione approssimata al 2%, l’istituto di San Francisco arriva a indicare per i primi mesi del 2005 un tasso neutrale di circa il 4,25%.
Il 4,25% può essere oggi indicativo ma i risultati e le previsioni degli ultimi nove mesi dimostrano che l’economia americana continua a crescere a un tasso superiore al potenziale, con il mercato del lavoro in equilibrio nonostante gli effetti degli uragani di agosto. Tutto ciò ci suggerisce la necessità di ricorreggere al rialzo le prospettive di restrizione che potrebbero corrispondere a livelli di tassi d'interesse superiori al 4,5%.
1 Comments:
Perfettamente d'accordo con la previsione (e su tutto il resto)
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