Speranza e ottimismo
Caligs ║ lunedì, settembre 05, 2005 ║ Permalink ║ 0 comments
In Italia, la situazione economica rimane stazionaria ad indicare una sostanziale debolezza. Tuttavia, i più recenti segnali congiunturali sembrano indicare che il punto di minimo è stato raggiunto nel primo trimestre e che, a partire dal secondo trimestre, è in atto un lento e modesto recupero. La produzione industriale, dopo un calo congiunturale dello 0,8% nei primi tre mesi dell’anno, ha registrato un consistente aumento pari a 1,7% ad aprile, cui è seguita una nuova diminuzione (-1%) a maggio.A trainare e a diffondere ottimismo sono soprattutto il fatturato (2,3%) e gli ordini (1,5%) di aprile che hanno fatto segnare un incremento rispetto a marzo, grazie a un discreto recupero della domanda sia interna che estera. Gli stessi indicatori PMI Adaci/Reuters - pur rimanendo al di sotto della linea che separa l’espansione dalla contrazione - sono risaliti a giugno sia per l’industria manifatturiera che per i servizi.
Non si può quindi ancora dire che siamo fuori dal tunnel, in quanto altri segnali dovranno confermare le più recenti indicazioni, ma nel complesso la situazione appare meno macchiata rispetto a uno o due mesi fa.Resta però il fatto che le prospettive per la seconda metà dell’anno e per il 2006 non appaiono, comunque, brillanti. Il recupero dell’attività produttiva procede infatti molto lentamente e sull’economia italiana, come in quella mondiale, gravano i rischi derivanti dall’elevato livello del prezzo del petrolio. Non esistono inoltre sufficienti margini per un rilancio dell’economia attraverso la politica di bilancio, considerati i pesanti vincoli della finanza pubblica, certificati dall’apertura della procedura d’infrazione per deficit eccessivo avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia. Secondo il programma concordato con Bruxelles, il nostro Paese ha due anni di tempo per ricondurre il deficit pubblico in rapporto al PIL, che attualmente viaggia oltre il 4%, al di sotto del 3% nel 2007.
La correzione complessiva, che il governo ha inserito nel DPEF, è pari a 23-24 miliardi, circa all’1,8% del PIL, di cui lo 0,8% (11 miliardi) nel 2006 e il resto l’anno prossimo. Se a questo si aggiungono un probabile intervento per finanziare il taglio dell’Irap e un eventuale riduzione del cuneo fiscale, si può stimare che la manovra per il 2006 sarà di almeno 16 miliardi. Dove saranno reperite queste risorse ancora non si sa. Anche considerando l’effetto espansivo sulle imprese offerto dal taglio dell’Irap e dal minor cuneo fiscale, nel complesso non ci si può aspettare dalla manovra un vero rilancio dell’economia.
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