Il Tecnicismo? Non è di moda
Caligs ║ domenica, settembre 25, 2005 ║ Permalink ║ 0 comments
In un anno e due mesi intensi, Domenico Siniscalco, ha cercato in tutti modi di superare gli ostacoli derivanti dalla separazione delle competenze tecniche dalle abilità politiche. Il caso del ex-ministro pur non essendo stato il primo tecnico puro dietro la scrivania di Quintino Sella, solleva un problema: i tecnici alla guida del Tesoro sono le persone giuste al posto sbagliato?Nel suo mandato ha ridotto i rapporti con la Banca d’Italia e ha portato collegialità nel suo Ministero. L’inizio del suo cammino è stato in salita ma, con il sostegno iniziale di Berlusconi e l’appoggio della Banca d’Italia, il suo futuro non si prospettava da eremita. Soffocò con grande astuzia le resistenze dei ministri e del Parlamento in occasione della Finanziaria dell’autunno 2004, presentando e importando il cosiddetto metodo Gordon Brown per arginare entro il 2% la lievitazione della spesa. L’ammirazione verso Siniscalco sembra venire meno alla luce del nuovo anno. I rapporti con la maggioranza si deteriorano di fronte al forcing di Berlusconi per il taglio delle tasse, al peggioramento dei conti pubblici e all’aggravarsi della congiuntura economica che ha precipitato il paese prima nella recessione e poi nella stagnazione. Poi fu il turno della disfatta elettorale del Polo alle elezioni regionali e l’inizio di discussioni sull’operato di Fazio dopo le scorribande finanziarie dei furbetti del quartierino e le controverse scalate bancarie. Dopo aver indicato la via per la riforma sul risparmio e aver preso le difese del Governatore, il ministro vede precipitare la situazione interna a Banca d’Italia ed è costretto ad ascoltare le sirene della comunità finanziaria internazionale. Risultò il primo a chiedere le dimissioni di Fazio ma ne Berlusconi ne la maggioranza lo sostennero.
“Non mi piace – conferma con amarezza – un Paese nel quale una grande banca straniera per venire a investire i suoi soldi deve chiedere il permesso di Luigi Grillo – il più fazista dei fazisti. Quella posizione “O via io o via lui” ora appare chiara. Siniscalco vedeva quelle dimissioni come una liberazione. Le polemiche sulla Finanziaria, originate da una maggioranza univoca, erano la conferma di un isolamento che non aveva ragione di esistere.
Il miglior tributo a Siniscalco, mal trattato dagli esponenti della coalizione di Governo che ora si appresteranno ad assaltare la diligenza della Finanziaria. La scusa è sempre la stessa: i tecnici non sono in grado di comprendere le variegate esigenze della società, per questo ci vuole la sensibilità di un politico. Traduzione: in tempi di elezioni le priorità economiche possono attendere. L’ex ministro torna a Torino ad insegnare all'università. Meglio perdere la poltrona che la faccia.
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