Economia e politica non devono convergere
Caligs ║ martedì, settembre 13, 2005 ║ Permalink ║ 2 comments
Non è stato sufficiente lo sconcerto dei colleghi del direttivo della Bce, né il rischio di una censura alla luce del codice di condotta del Sebc o l’apprensione espressa dalla Commissione Europea. E neppure i danni di immagine testimoniati dai numerosi articoli del Financial Times e dell’Economist. Non sono bastate le evidenti fratture interne Bankitalia, né l’indignazione per il contenuto delle intercettazioni, né un arbitro che si schiera dalla parte di chi è accusato di avere violato regole fondamentali per la solidità del nostro sistema bancario. E nemmeno, infine, sono bastate l’opinioni degli economisti e politici che hanno pregato unanime per le dimissioni con il fine di salvare l’immagine dell’istituzione. Ma cosa occorre fare per convincere il monarca ad esiliare? Prima o poi il testardo Fazio si spezzerà e Banca d’Italia dovrà sottoporsi ad una drastica riforma.La normativa vigente è stata la causa e l’alibi del comportamento dell’attuale Governatore che gode di infiniti poteri, espressamente inviolabili dallo Statuto al Consiglio superiore e al Comitato del consiglio superiore che hanno solo competenze consultive. Infatti, non è oggi prevista alcuna funzione collegiale del direttorio. La prossime norme dovranno essere incentrate sui ruoli del consiglio e del comitato a discapito e discreditando gli attuali poteri nelle mani del Governatore. Il sistema ha bisogno, quindi, di equa distribuzione del potere tra gli incarichi e non di diminuire l’indipendenza dell’istituto per favorire l’influenza del Parlamento sull’istituto, come illustra il disegno di legge presentato dal Governo.
La divisione dei poteri è l’essenza della democrazia, come ci hanno insegnato già Charles Louis de Montesquieu e Alexis de Tocqueville. Un’economia moderna ha bisogno di divisione tra forze del mercato e della politica, tra imprenditori e politici, tra banchieri e legislatori, tra organizzazioni come Confindustria e potere legislativo. Appare quindi fondamentale che ognuno mantenga un suo ruolo preciso e limitato purché tutto funzioni nel nome di una democrazia liberale e anche nell’osservanza della nostra costituzione. D’altronde Antonio Fazio sarebbe stato impotente di fronte ad un consiglio capace di sfiduciare il ruolo di Governatore.
2 Comments:
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Non solo ruoli separati, ma pochissime dosi di politica. Solo così si sprigiona la creatività umana e si riduce la corruzione. Solo così a vincere sono i veri imprenditori.
Ciao
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