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La Turchia attuale e' il prodotto di una serie di ribellioni, rivoluzioni e riforme tese a costruire un moderno Stato europeo. La storia la unisce al nostro continente, ma questo non rende certo pi facili i negoziati di oggi.

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La Cina

In seguito all'apertura commerciale e al processo di modernizzazione il Governo di Pechino ora si vede lottare contro ideali democratici provenienti dall'interno e dall'esterno del paese.

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La Cina rivaluta

     Caligs  sabato, luglio 23, 2005 Permalink 1 comments

Le aspettative erano esatte. La Banca Popolare Cinese ieri ha fatto il suo grande annuncio:

1. Starting from July 21, 2005, China will reform the exchange rate regime by moving into a managed floating exchange rate regime based on market supply and demand with reference to a basket of currencies. RMB will no longer be pegged to the US dollar and the RMB exchange rate regime will be improved with greater flexibility.

2. The People's Bank of China will announce the closing price of a foreign currency such as the US dollar traded against the RMB in the inter-bank foreign exchange market after the closing of the market on each working day, and will make it the central parity for the trading against the RMB on the following working day.

3. The exchange rate of the US dollar against the RMB will be adjusted to 8.11 yuan per US dollar at the time of 19:00 hours of July 21, 2005. The foreign exchange designated banks may since adjust quotations of foreign currencies to their customers.

4. The daily trading price of the US dollar against the RMB in the inter-bank foreign exchange market will continue to be allowed to float within a band of 0.3 percent around the central parity published by the People's Bank of China, while the trading prices of the non-US dollar currencies against the RMB will be allowed to move within a certain band announced by the People's Bank of China.


La decisione della Cina di dare spinta alla propria valuta rappresenta un modesto ma importante passo verso la sua riforma. Dopo circa un decennio di cambio fisso con il biglietto verde, la valuta si è distaccata dal rapporto di circa 8,28 nei confronti della moneta statunitense, segnando nella giornata di ieri uno scostamento di appena il 2,1%, attestandosi a 8,11.

Non sembrerebbe una manovra attuata per reprimere le pressioni esterne di Stati Uniti ed Unione Europea, ma dovuta da necessità interne finalizzata a raffreddare la propria economia. Qualche giorno fa il presidente della Federal Reserve, Alan Greenspan, aveva affermato che la Cina si sarebbe trovata di fronte «a rischi seri» se non avesse lasciato apprezzare la sua valuta; squilibri presenti nell’attuale sistema finanziario cinese.

L’aumento della base monetaria cinese darà vita ad un processo che, col tempo, permetterà di ridurre l’accumulazione delle riserve, principale causa delle attuali bolle finanziarie in Cina. Ma, paradossalmente, un piccolo incremento come quello del 2,1% condurrà senza dubbio ad un’iniezione di capitali occidentali, per questioni speculative, all’interno della Grande Muraglia innescando un ulteriore squilibrio.

Anche volendo analizzare il movimento di tale variabile da molteplici prospettive, l’apprezzamento di circa il 2%, resta un gap marginalmente ristretto: È troppo piccolo per poter incidere sull'eccedenza commerciale cinese e sulla bilancia commerciale degli U.S e dell’Ue. Non è difficile prevedere quindi un ulteriore rivalutazione fino a raggiungere 10 o 15 punti percentuali. Gioiranno, così, speculatori e arbitraggisti che si vedranno servire dal mercato un’opportunità che non si verificava da anni, la cui entità avrà certamente segno positivo e concederà pochi grattacapi agli operatori. Di fatti attraverso le aspettative di ulteriori apprezzamenti dello yuan, i commercianti, gli investitori internazionali, la comunità cinese e le ditte straniere vedranno accreditati i loro presupposti ad introdurre capitale in Cina per ottenere grandi guadagni in conto capitale.

L’annuncio, comunque, e da considerarsi vago e impreciso soprattutto perché non specifica quale sarà il paniere strettamente rapportato allo yuan. Questa lacunosa mossa del Governo Cinese certamente non placherà il desiderio di chi, all’intero del congresso degli Stati Uniti e nel parlamento Europeo, è determinato a mandare avanti politiche protezionistiche contro la Cina.

1 Comments:

  At 12:36 PM, Anonymous Anonimo said...

Le spinte della federal Reserve hanno portato a qualcosa. Le ambiguità europee non portano anulla. credo che sia l'inizio di una rivalutazione più forte. GM

 

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