"Speculazione - caro petrolio". Il giusto connubio
Caligs ║ domenica, giugno 26, 2005 ║ Permalink ║ 0 comments
Il petrolio continua a rappresentare un rischio per la crescita mondiale. La decisione dell’Opec di aumentare le quote di produzione non ha allentato la tensione sui mercati del petrolio, favorita in particolare dalle preoccupazioni per la crescita della domanda in base ad un’offerta fondata già su una sovrapproduzione.L’attenzione degli esperti ed operatori è tutta incentrata sul lato della domanda che all’apparenza trova le ragioni di tali quotazioni verso oriente. Le tigri asiatiche hanno sete di energia e le continue offerte della Cina per acquisire la società petrolifera Unocal dimostrano la linearità della teoria. Ma a ben guardare questi conti qualcosa non torna. In questi ultimi cinque mesi le importazioni del greggio da parte della Cina hanno registrato una diminuzione dell’1,2% su base annua e le scorte di greggio Statunitensi sono aumentate del 6,4% nel primo trimestre del 2005. A spiegare questa situazione divergente e priva di ragione tra prezzi crescenti e indebolimento della domanda sarebbe l’esistenza si un forte numero di speculatori che dominano il mercato.
L’esistenza di opportunismo nei mercati rende irrisorio l’operato e l’esistenza dell’Opec garante della stabilità. E' questa la sintesi del rapporto mensile pubblicato dal Cges, Centre for Global Energy Studies che discredita l’operato dell’authority:
"Opec has lost credibility as a guarantor of stable oil prices and its claims that it is doing all it can to ease oil prices are starting to sound rather hollow…… Opec members seem comfortable in testing the limits to which they can push oil prices without triggering a reaction from consumers,"
La speculazione, comunque, resterà la probabile protagonista anche in questa settimana considerando il risultato delle elezioni iraniane favorevoli al conservatore Mahmoud Ahmadinejad, che ha dichiarato di voler revisionare i contratti con le società petrolifere presenti in Iran.
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