Bilancio Ue. Si può solo migliorare
Caligs ║ lunedì, giugno 27, 2005 ║ Permalink ║ 1 comments
L’Unione Europea oggi non è molto popolare e spiegarne il perché non è facile. Come idea generale, l’integrazione europea è ancora condivisa, ma la routine economica dovuta dalla convivenza non è particolarmente apprezzata dai cittadini e dai capi di stato: sono molti i paesi dove non esiste uno spirito unitario soprattutto quando si parla di soldi, quando si tratta di formare un bilancio comunitario.La presenza di egoismi nelle discussioni odierne, testimone di un possibile ritorno alle nazioni, rappresenta un ostacolo al benessere sociale che può essere raggiunto solamente attuando politiche veramente comunitarie incentrate su un sistema gerarchico delle priorità che non tenga conto di confini e poteri dei singoli stati membri, ma intervenga legittimamente nelle necessità per lo sviluppo sociale, politico ed economico dell’Unione Europea.
Il precario contesto economico conseguenza di una organizzazione strutturale mal coordinata e il deficit democratico affiancato da un elevato grado burocratico perseguito da Bruxelles, costituiscono le principali motivazioni della nascita di questo sentimento che ora trova le propria legittimazione attraverso un altro argomento, la mal gestione dei vecchi fondi, il bilancio comunitario 2000-2007.
Le incredibili utilizzazioni dei fondi Ue sono gli argomenti preferiti dei giornali di questo mese. La settimana scorsa il quotidiano tedesco Bild ha accusato l’Ue di aver finanziato in Portogallo un nuovo campo da golf in una zona con già 22 impianti, in Danimarca la produzione del formaggio denominato feta tipico greco , in Spagna la costruzione di un aeroporto inutilizzato. L’ex commissario per l’Agricoltura, l’austriaco Franz Fischler, ha confermato che la regina Elisabetta d’Inghilterra e la sua famiglia, proprietari di latifondi, risultano tra i principali beneficiari dei fondi Ue per l’agricoltura. Sugli aiuti umanitari e sui costi delle campagne informative o degli eurosondaggi se ne sentono di tutti i colori.
Tra le assurdità, più recenti, spiccano il trasferimento mensile dell’intero Europarlamento da Bruxelles a Strasburgo, che provoca una spesa stimata intorno ai 250 milioni di euro annui e gli «stipendi d’oro» e i privilegi degli euroburocrati e degli eurodeputati dove come al solito il primato di spesa spetta agli italiani.
Detto questo e confrontandolo con la determinazione del premier inglese Tony Blair che ha promesso: «Un bilancio contenuto al massimo, ma ben speso» posso solamente allearmi con il suo pensiero e augurargli "buon lavoro".
1 Comments:
Vorrei allinearmi pure io al pensiero di Mr.Blair ma non lo faccio per due motivi. In primis, quella di Blair è retorica, belle parole innovazione e crescita ma Tony cavalcando la superbia dei sudditi di sua maestà prova a recuperare consensi in patria. E poi hai ben illustrato quello che ci vuole: sistema gerarchico delle priorità che non tenga conti di confini e poteri dei singoli stati. Mr.Blair va per altre strade.
Rik
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