Bolivia: proteste per il rincaro degli idrocarburi
Caligs ║ giovedì, maggio 26, 2005 ║ Permalink ║ 0 comments
La volontà del Leader e del popolo non si fece attendere. Lo schiacciante "Si" registrato nel referendum popolare convocato il 18 di luglio 2004 riguardò il recupero del controllo da parte dello Stato degli idrocarburi, l’industrializzazione ed esportazione di gas, il potenziamento dei giacimenti petroliferi del Governo (YPFB) e l’aumento del 10% delle imposte alle Compagnie oltre che domande riguardanti temi di politica marittima in special modo l’accesso al mare (questione che si lega con la geografia boliviana e con il sentimento anti cileno nato negli anni precedenti).
Sul piano energetico la situazione è del tutto cambiata e anche se la situazione all’interno del Paese appaia molto confusa l’aumento del prezzo dei combustibili non sembrerebbe giustificato.
A confermalo è l’Istituto del Commercio Estero che scrive:
" Per quanto riguarda Il delicato tema del gas, le enormi riserve di gas naturale coperte in Bolivia negli ultimi 5 anni aprono uno scenario completamente nuovo per il Paese. Attualmente la Bolivia si posiziona al secondo posto, dopo il Venezuela, nel ranking dei paesi latinoamericani, in quanto a riserve di gas naturale. Infatti con i suoi 78 giacimenti garantisce riserve pari a 70 trilioni di piedi cubi di gas.Dal punto di vista economico, l’esportazione di questa risorsa rende attualmente allo stato 500 milioni di dollari annui, cifra che potrebbe arrivare a triplicarsi con lo sfruttamento dei nuovi giacimenti scoperti. Al fine di sfruttare tale risorsa è stata progettata, e successivamente aggiudicata al gruppo REPSOL-YPF, la costruzione di un gasdotto per l’esportazione di gas in Messico. Per la realizzazione di questo progetto sarebbe necessario costruire un gasdotto con una estensione di 800 Km da Tarija fino al porto di Patillo (situato nella II Regione a Nord del Cile) o il porto di ILO (peruviano), è prevista inoltre la costruzione di un impianto criogenico di liquefazione in prossimità del porto prescelto. In considerazione del forte spirito anti cileno della popolazione, il Presidente ha optato per il porto peruviano. "
La presenza dei numerosi giacimenti in Bolivia e di gas naturali e petroliferi non convalida l’ipotesi di un rincaro dei prezzi degli idrocarburi dovuto all’aumento del consumo del gas. Per le leggi del mercato l’offerta supera la domanda (come si nota nella tabella sottostante).
Il dubbio e l’incertezza del quadro sociale-politico presente oggi in Bolivia ci può esporre a giudizi affrettati e poco coerenti con la situazione per questo desisto nello sbilanciarmi, ma un dubbio resta: " Considerando le dinamiche di un anno fa e i motivi per cui si arrivò al Referendum per la nazionalizzazione del gas, la popolazione boliviana ha ragione nel sentirsi frustata e ingannata? "
Di certo i giacimenti erano fonti appetibili per le multinazionali e lo restano ancora per il Presidente.
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