L'Ue non cresce, Bce costretta ad un bivio
Caligs ║ venerdì, aprile 22, 2005 ║ Permalink ║ 0 comments
Le intenzioni della Bce, captati i rumors degli ultimi mesi, sembravano quelle di ammontare il saggio d'interesse con la motivazione di contrastare rischi inflazionistici riguardanti le materie prime e il mercato immobiliare; in quest'ultimo si e' assistito con l'inizio del millennio a uno sproporzionato disallineamento, a un paradossale boom che ha portato per anni gli operatori, non sapendo in cosa investire, ad acquistare case.
Appresa la notizia i mercati e le istituzioni hanno reagito mutando parzialmente le proprie aspettative e attendendo una risposta del presidente della Bce Jean-Claude Trichet e del consiglio direttivo. L'istituzione quindi dovra' rispondere scegliendo due politiche opposte:
-valutare un rialzo del saggio d'interesse considerando che l'economia segue un processo ciclico dove l'aumento del costo del denaro va a soffocare il tasso di crescita e soprattutto a contrastare situazioni inflazionistiche create dalla stessa espansione economica.
-confermando una politica accomodante bloccando il saggio d'interesse al 2% stabile dal giugno 2003, lavorando sulle aspettative degli operatori in modo da interessarli ai mercati finanziari riducendo gli investimenti privati su quello immobiliare; si tratta quindi di attuare un processo di transazione dei potenziali investitori, dal mercato del mattone a quello delle azioni, obbligazioni e derivati, provocando cosi' una diminuzione della domanda di case con una conseguente discesa dei prezzi.
La Bce quindi dovra' decidere valutando il suo obiettivo primario, quello della stabilita' monetaria, con riguardo al rischio d'una spirale di aumento dei prezzi sopra il 2%; ma l'aumento dei tassi sarebbe come bastonare un mulo esausto, colpevole solo d'attardarsi a cercare qualche filo d'erba sul ciglio della strada.
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